Riforma delle pensioni: Quota 100 fa perdere la Naspi?

Secondo quanto emerge dalle analisi compiute sulle riforme pensionistiche e in particolare sull’introduzione di Quota 100, risulta un probabile conflitto tra il nuovo sistema Quota 100 e la Naspi.

Sembra infatti che il raggiungimento dei requisiti per accedere possa comportare la perdita dell’indennità di disoccupazione che viene riconosciuta a chi perde il lavoro per cause non imputabili alla propria volontà.

È atteso un chiarimento sul conflitto da parte dell’Inps e del ministero del lavoro.

Quota 100 – il conflitto

Il decreto 4/2019, ha raggiunto alle tradizionali pensioni anticipata e pensioni di vecchiaia una nuova opzione riguardante il pensionamento anticipato, nota col nome Quota 100: grazie a questa possibilità, una volta raggiunti 62 anni di età e 38 anni di contributi, diventa possibile accedere alla pensione anticipata.

Fra le cause di decadenza della Naspi, invece, troviamo che a prescindere dalla durata della Naspi, l’indennità di disoccupazione si perde al compimento dei 67 anni di età, anche in presenza di 20 anni di contributi; la Naspi decade anche al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne. In sintesi la Naspi decadde nel momento in cui il disoccupato raggiunge il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata.

Da qui emerge come Quota 100 possa entrare in conflitto con l’elargizione dell’indennità di disoccupazione, la quale decadrebbe al raggiungimento dei requisiti di Quota 100.

Questo accadrebbe anche nel caso in cui il lavoratore non avesse intenzione di usufruire dei requisiti pensionistici di Quota 100 e nel caso in cui il disoccupato non avesse fatto domanda per Quota 100.

Una situazione senza chiarezza

La situazione si fa ancora confusa tenendo conto dei tre mesi della finestra mobile e del fatto che attualmente l’indennità di disoccupazione già decade nel momento in cui il lavoratore comincia a percepire la pensione di vecchiaia o quella anticipata, rendendo necessaria la restituzione delle somme indebitamente percepite.

La soluzione migliore e meno problematica sarebbe dunque andare in pensione in anticipo.

Appare chiaro come una delucidazione da parte di Inps o del Ministero del Lavoro risulti necessaria.

Naspi e Quota 100 – un precedente in Opzione Donna

È stato identificato un precedente che potrebbe aprire un panorama diverso: nella circolare  n. 142/2015 l’Inps chiarisce che il raggiungimento dei requisiti per Opzione Donna non rende incompatibile l’accesso all’indennità, tuttavia la circolare si riferisce solo alla misura Opzione Donna.

Secondo la circolare, la compatibilità tra indennità di disoccupazione e l’Opzione Donna derivava dal fatto che l’Opzione Donna va intesa come un regime facoltativo e perciò la Naspi non si perde in automatico raggiungendo i requisiti di età e contributi necessari.

La perdita della Naspi nel caso di Opzione Donna, avviene al momento della prima ricorrente prima decorrenza utile della pensione da parte di quelle lavoratrici che hanno chiesto l’Opzione Donna.

In attesa di un chiarimento

Si auspica che questo stesso ragionamento possa essere applicato anche per Quota 100: in questo caso, il disoccupato potrebbe scegliere se fare domanda di pensionamento anticipato al raggiungimento dei 38 anni di contributi e dei 62 anni di età.

Rimane fisso, come negli altri casi precedentemente discussi, che gli assegni disoccupazione non possono essere cumulati con nessun tipo di pensione, compresa Quota 100. In questo caso la Naspi decadrebbe nello stesso mese in cui il disoccupato raggiungesse la pensione, tuttavia non risulterebbe necessaria da parte del lavoratore la restituzione dei soldi percepiti nei mesi precedenti.